Programma delle sedute
RESPIRAZIONE ADDOMINALE
La respirazione è resa possibile dalla presenza dei polmoni contenuti all’interno della gabbia toracica. I polmoni si possono espandere e retrarre grazie allo spostamento verso il basso o verso l’alto del diaframma, un muscolo inspiratorio che si contrae durante l’inspirazione e si rilascia durante l’espirazione.
Quando il diaframma si contrae si abbassa e si appiattisce determinando una trazione verso il basso dei polmoni; quando invece si rilascia i polmoni si retraggono.
In base a quanto detto possiamo affermare che l’inspirazione è un movimento attivo o muscolatorio mentre l’espirazione è un fenomeno passivo.

Durante l’inspirazione la gabbia toracica si espande anche grazie all’innalzamento delle costole. Ciò è reso possibile dalla loro particolare conformazione anatomica che, in condizione di riposo, le dispone con un inclinazione diretta verso il basso. Quando le costole si sollevano si proiettano in avanti così come succede per lo sterno. Nel loro insieme questi movimenti causano un sensibile incremento del volume della cassa toracica rendendo di fatto possibile l’inspirazione. L’azione di sollevamento è possibile grazie ai muscoli intercostali interni. Nei bambini fino a circa sette anni di età, la posizione delle costole risulta ancora sollevata per cui il torace assomiglia di più ad un cilindro e la capacità vitale risulta modesta.
La respirazione può essere esaltata ulteriormente attraverso la ventilazione forzata dove oltre al diaframma ed ai muscoli intercostali esterni vengono reclutati ulteriori fasci muscolari.
RISCALDAMENTO E STRETCHING
Toccare la punta dei piedi
Sbloccare questo movimento produce una serie importante di benefici:
- crea una colonna forte e flessibile e dimezza la comparsa di mal di schiena
- Crea spazio nel tuo corpo e quindi più possibilità di movimento
- Insegna al tuo corpo ad abbandonarti e lasciarsi andare invece che stare perennemente in stato d’allerta
- Ti permette di imparare esercizi più avanzati
FONAZIONE, ARTICOLAZIONE E DIZIONE
La matita tra i denti
Il metodo della matita tra i denti, come allenamento a casa, è molto efficace: la matita ostacola i movimenti e ci costringe ad articolare bene le parole. Con questo impedimento il muscolo si rinforza e si allena. Ottimo esercizio da fare prima di tenere un discorso o una lezione.
Esercizi di dizione: la matita tra i denti
Questo è forse l’esercizio di dizione più famoso al mondo, che aiuta ad articolare meglio le parole.
Non devi far altro che stringere una matita tra i denti e leggere il testo ad alta voce.
Poi, togli la matita dalla bocca e leggi di nuovo lo stesso testo ad alta voce.
Ti accorgerai subito che il ritmo e la pronuncia delle tue parole sono migliorati!
Esercizi di dizione: scandire tutte le parole
Un secondo esercizio molto utile per l’articolazione delle parole è leggere ancora un testo ad alta voce, avendo però cura di scandire con attenzione ogni sillaba.
Può sembrare un po’ lungo e noioso, ma vedrai subito i risultati.
Dopo la lettura scandita, ricomincia a leggere ad alta voce ad un ritmo normale e pronuncerai le parole con più disinvoltura.
Difetti di pronuncia: la zeppola o sigmatismo
Un difetto di pronuncia molto comune tra adulti e bambini è il sigmatismo, conosciuto anche come zeppola.
Per pronunciare una “S” perfetta esiste l’esercizio dello specchio.
Vai davanti allo specchio, fai un bel sorriso, chiudi la mandibola e continua a sorridere con le labbra separate.
Poi, porta la lingua contro i denti, cercando di avere sempre la lingua rilassata, e a quel punto spingi l’aria fuori dalle labbra.
In questo modo è più probabile che tu riesca a produrre il suono sibilante della “S” – e soprattutto a individuare la corretta posizione della lingua per pronunciare la “S”.
Difetti di pronuncia: la r moscia o rotacismo
Parliamo ancora di difetti molto comuni: la erre moscia, detta anche erre alla francese.
Come per l’esercizio precedente, devi fare un po’ di pratica per creare nella tua bocca una sorta di “memoria muscolare”.
Per insegnare alla tua lingua come si deve comportare, prova questo esercizio.
Pronuncia prima lentamente, poi sempre più velocemente, parole che contengano la lettera “T”, che aiutano la pronuncia della “R”.
Ad esempio, pronuncia “TLA”, che nel corso dell’esercizio si trasformerà in “TRA”.
Per i bambini c’è un esercizio divertente: la classica pernacchia con la lingua tra le labbra, che aiuta a creare familiarità con la vibrazione della lettera “R”.
Esercizi di dizione: leggi l’accento delle parole?
Per parlare correttamente è importante anche fare caso agli accenti.
Leggere ad alta voce è la soluzione migliore anche in questo caso.
Scegli un testo e pronuncia bene tutti gli accenti di tutte le parole. Aiutati con il dizionario per conoscere gli accenti corretti. Puoi anche registrarti e riascoltarti per acquisire più consapevolezza di come parli.
Esercizi di dizione: gli scioglilingua
Questo è uno dei trucchi più vecchi del mondo!
Gli scioglilingua nascono proprio con l’intenzione di correggere e migliorare la pronuncia.
Oltre a quelli che già conosci, cerca nuovi scioglilingua su internet e prova a leggerli ad alta voce.
Tentare da zero con degli scioglilingua che non conosci è un esercizio ancora più utile, perché attiva zone del cervello che compiono nuovi sforzi per ottenere il risultato finale: la pronuncia corretta di tutta la frase.
Dal sito: https://www.dizione.it/corso-dizione-difetti-pronuncia/
Appoggio e sostegno del fiato
Sono soprattutto i cantanti ad esercitarsi “filare” il suono vocalico. Crediamo che questi possano essere utili anche per gli attori di teatro.
Con il termine filato, filato musicale o filatura si indica semplicemente il processo di assottigliamento estremo della voce durante l’emissione: attaccare un suono piano, saperlo tenere e crescere fino alla intensità voluta e tornare al piano con un diminuendo calibrato mantenendo ininterrotta la linea del fiato, sempre con intonazione perfetta.
L’arte di saper eseguire un filato perfetto è una delle migliori dimostrazioni del fatto che un cantante è in grado di gestire alla perfezione l’equilibrio tra appoggio e sostegno respiratorio, durante un’ intera frase musicale o un vocalizzo.
Tra gli addetti ai lavori il filato è considerato “la summa della gestione pneumofonica”. Venendo al suo utilizzo, possiamo dire che, normalmente, il filato è adoperato soprattutto su note acute per sottolineare passaggi musicali particolarmente dolci ed elegiaci. In questi passaggi la voce, da un’intensità media o forte, passa progressivamente al pianissimo in modo omogeneo, senza sbilanciamenti o stacchi timbrici.
L’esecuzione di un buon filato rappresenta l’equilibrio perfetto tra saper dosare il fiato e variare la tensione occorrente alle corde per mantenersi intonati. In particolare nella fase di ritorno, cioè durante il diminuendo.
IMPROVVISAZIONE
Si potrebbe dire che l’improvvisazione teatrale sia un’arte a sé. Per i nostri scopi ci accontenteremo di una versione abbastanza contenuta. I migliori improvvisatori non salgono sul palco inventando cose a caso, ma hanno dietro e dentro di sé un bagaglio di situazioni, esperienze, idee e soprattutto tecniche molto varie. Sono tanti gli aspetti che un buon improvvisatore deve educare: far fuoriuscire la sua spontaneità, educare il suo istinto, far emergere la sua immaginazione e darle una forma ben precisa.
Cambio di tono al battere di mani
Leggere un testo qualsiasi: ogni volta che qualcuno batte le mani, chi legge deve cambiare tono, timbro ed espressione di lettura o anche stato emotivo. Non occorre seguire il senso del testo.
Le camminate
Immaginiamo uno spazio alternativo e fortemente caratterizzato da un elemento che modifica camminata:
/ Camminare sulla LUNA dove la gravità è minore.
/ Camminare come se immersi nel MARE.
/ Camminare nel DESERTO, la sabbia scotta e non si hanno scarpe.
/ Camminare con una GRAVITA’ differente.
/ Camminare su un TAPPETO ELASTICO.
/ Camminare su un piano COLLOSO.
/ Camminare su un piano INCLINATO (in differenti angoli).
/ Camminare come se andassimo in SALITA/DISCESA
/ Camminare nell’acqua bassa/media/alta (non nuotare)
/ Camminare sulla NEVE alta/bassa
Tipi di andatura dipendente da dinamismi psichici differenti (il flemmatico, il collerico, il nervoso, l’assonnato, etc.).
Rallentando
Si diminuisce la propria velocità mentre si cammina, fino a quasi fermarsi, ma senza mai farlo completamente: più si rallenta più si deve apprezzare ogni singolo gesto che si compie nell’atto di camminare, lo si deve analizzare, scomporre per capire cosa formi il movimento base del camminare.
Ronda di ritmo e movimento
Gli attori formano un cerchio; uno di essi va al centro e esegue un movimento qualunque, insolito o no, accompagnato da un suono, su un ritmo che inventa. Tutti gli altri lo seguono, cercando di riprodurre esattamente i suoi movimenti, i suoi suoni, a ritmo. Poi questa persona sfida qualcuno che va al centro del cerchio e cambia lentamente movimento, ritmo e suono. Tutti seguono questo nuovo conduttore e così via. Imitare significa che se al centro c’è una donna, i maschi non dovranno fare la versione maschile del suono, ma fare esattamente quel suono.
Raggruppamento armonioso dello spazio
Un esercizio di Michail Checov. l’esercizio riesce meglio se fatto con gruppi piccoli (sette-dieci persone). Un attore inizia al centro del cerchio, senza espressione particolare, inizia un gesto. Gli altri, uno alla volta, devono completare tale gesto, così da formare alla fine un grande movimento armonioso in ogni sua parte.
La Zattera
Camminare in uno spazio delimitato occupandolo in maniera uniforme (quindi non bisogna lasciare buchi) e rendendosi conto di chi cammina insieme a noi: non urtarsi e non fermarsi. Gli esercizi che seguono devono essere svolti in silenzio, a meno che non si debba vocalizzare*. Quando si cammina, a meno di studi di andature, occorre tenere il corpo dritto, le mani e le braccia distese lungo i fianchi e non dietro o davanti a bloccare l’energia. Questo esercizio è da molti chiamato “zattera” o “barca” perchè se ci si butta tutti da un lato, la zattera cade e noi con lei! E’ uno dei più difficili e utili fra tutti gli esercizi che coinvolgono la percezione dello spazio, ma è anche uno dei primi che si affronta in un laboratorio: amplifica la bolla percettiva rispetto a chi ci circonda. Di solito viene condito con molti altre varianti, alcune delle quali abbiamo già adoperato.
Il boss
Bisogna disporsi in gruppo sul palco occupando in maniera ordinata tutta la superficie a disposizione. Il regista, l’insegnante, o uno degli attori a turno si metterà di fronte a uno suo collega. Il Boss deciderà cosa far fare al gruppo e tutti gli altri dovranno seguirlo senza protestare. Potrà alzare le braccia, saltare su un piede, rimanere fermo in equilibrio, associare una parola a un movimento e tutto quello che la creatività gli suggerisce. L’esercizio riproduce il ruolo del regista e le idee che ti proporrà durante la realizzazione di uno spettacolo. Impara ad ascoltarlo e durante le prove cerca di comprendere le sue richieste e ad affinarle di volta in volta senza lamentarti troppo.
A cura di Antonio De Lisa
Categorie:X00- [ATELIER TEATRALE]
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