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Il malumore del mare
Lo riconosci il malumore del mare
quando cambia la frequenza
delle sue onde sugli scogli e a riva,
ma in modo particolare;
non sempre questo può voler dire
che è in procinto di agitarsi.
Qualche volta è solo un tributo che paga
a onde sorelle che si sono mosse lontano.
E lui le accontenta, ma ammicca
in direzione uguale e contraria.
Ma stasera il mare è di malumore.
Lo sento. Comunica. Avanza.
Sbatte con violenza.
Come il vento che lo percorre.
Quando il mare è di malumore,
meglio lasciarlo stare, come dicono
vecchi pescatori che non misurano
il vento in nodi, ma in sbavature
di sensazioni. Lascialo stare il mare.
E guarda il cielo, in una certa direzione.
Sembra somigliare a una mia sensazione.
Quando la sento pulsare,
meglio lasciarmi solo, come il mare.
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Produzione: Studio Polimaterico Blu
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Questo video vuole rispondere a una domanda: è possibile coniugare la poesia con l’audiovisivo? Per rispondere a questa domanda è utile confrontare il prodotto finale – quello che potete vedere nel video pubblicato originariamente su Youtube- con il processo costruttivo. Proprio per questo pubblico la scheda di lavoro. Non si tratta di un vero e proprio Storyboard, piuttosto di un canovaccio. Per comodità lo dividerò in tre parti:
1) Il testo
2) Il sonoro
3) Le immagini
1) Il testo fa parte della mia raccolta poetica “Ritmi urbani (Poesie 1990-2010)“, edito recentemente da Manni. Per la sua forte suggestione figurale ed evocativa il testo si prestava a un’ulteriore elaborazione video-sonora.
2) La seconda scelta fondamentale è stata quella della sonorizzazione. Ho deciso di giocare su due livelli: la voce e il rumore di sottofondo. Per quanto riguarda la voce, dopo una prima registrazione lineare operata con il software di alto livello Audition della Adobe, mi sono incuriosito della possibilità di realizzare una specie di polifonia. Si è trattato a questo punto di giocare un po’ con le sovrapposizioni per realizzare un risultato efficace. Il rumore è quello di sottofondo, registrato in presa diretta nel microfono della Digicam senza togliere dal software l’attenuazione del rumore del vento.
3) La scelta delle immagini è stata dettata da luoghi che conosco bene, Maratea, in un momento in cui il mare scalpitava. Per la particolare caratteristica di Maratea, quando il mare è agitato lo scenario è spettacolare. Dopo innumerevoli sopralluoghi ed esperienze una cosa che volevo evitare era l’immagine da cartolina che facilmente poteva scaturire da una ripresa senza filtraggio critico. Il filtraggio è consistito nello scegliere varie inquadrature, in vari punti della costa, giocando molto su una dinamica basso-alto. Alcune riprese sono dall’alto, altre dal basso, al livello delle onde. Un problema poteva essere quello dei colori, qui il cielo ha svolto un ruolo fondamentale nel darmi una mano a trovare la tonalità giusta.
Il prodotto finale è quello che vedete.


Categorie:Q00.01- Videopoemi
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