Antonio De Lisa- Sulla fascinazione dell’elemento visivo nella regia teatrale odierna
Sono molti gli elementi che spingono a considerare molta della regia teatrale odierna come un’esperienza essenzialmente visiva. I casi più evidenti potrebbero essere individuati nel belga Jean Fabre e nel francese Philippe Quesne. Entrambi nascono come artisti visivi e trasportano nella messa in scena le loro esperienze originarie, in alcuni casi felicemente visionarie. Quesne ha spiegato a proposito del suo spettacolo “La nuit des taupes, Welcome to Caveland!” che si è trattato della prima volta che ha diretto uno spettacolo senza testo (le talpe sono mute, ovviamente) e quasi del tutto coreografato, con artisti del circo più che attori, i quali hanno dovuto, sotto la pelliccia, muoversi come veri animali.
Big Bang – Philippe Quesne/Vivarium Studio
Riflettendo sul tema dell’elemento visivo nella regia teatrale odierna mi è venuto in mente che cosa ha stimolato questa curiosità nel tempo, e precisamente la messa in scena dell’opera di Giacomo Manzoni “Doktor Faustus”, realizzata nel 1989 alla Scala di Milano, con la direzione di Gary Bertini e l’allestimento di Bob Wilson. Appunto: l’allestimento di Bob Wilson, fastoso e insieme elegantissimo. All’altezza di quell’opera i registi teatrali e lirici erano riusciti a metabolizzare il teatro di visione emerso negli anni Settanta proiettadolo verso una dimensione post-moderna nella quale l’eleganza della messa in scena è valsa a caratterizzare un vero e proprio nuovo elemento drammaturgico.
Bisognerebbe aggiungere un’altra cosa alla fascinazione dell’elemento visivo nella regia teatrale odierna: la sua multimedialità. Spesso una scenografia disegnatissima si accompagna, nelle opere di questi registi, a una vera e propria coreografia (per esempio Jean Fabre è anche un coreografo, fra le altre cose) e/o a un’accurata partitura musicale (il caso di Richard Maxwell). In anni in cui mi è capitato di frequentare il Festival d’Avignone la scena – da questo punto di vista – era dominata da Ariane Mnouchkine, con spettacoli di una bellezza sconvolgente.
Ariane Mnouchkine è la fondatrice del Théâtre du Soleil (1964) una cooperativa di attori. Questa scelta costitutiva l’espressione del clima politico e culturale della Francia degli anni Sessanta, e trovava le sue radici nel contesto delle associazioni teatrali universitarie, inglesi e francesi. Dal 1970 il Théâtre du Soleil ha la sua casa alla Cartoucherie de Vincennes.
Se vogliamo dare una sigla al teatro più avanzato (per non chiamarlo d’avanguardia) potremmo definirlo una forma di teatro intessuto di danze e di musiche. Per quanto riguarda la messa in scena immaginata come una vera e propria “composizione” musicale non dovrebbe sfuggire il richiamo a uno dei teorici della regia contemporanea, Adolphe Appia. Questo secolo ha girato intorno a quest’asse declinandolo in tutti i modi possibili.
Sede e Contatti – Location and Contacts: Antonio De Lisa c/o LOST ORPHEUS MULTIMEDIA – Via del Popolo, 127/129 85100 POTENZA (ITALY) (0)39- 097137457 / Cell. 3333878854
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