Antonio De Lisa- Paura di dormire (Atto unico)

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Antonio De Lisa- Paura di dormire (Atto unico)

Personaggi

Maltan – Scrittore
Angela – Editor della casa editrice che pubblica i libri di Mario
Psichiatra
Marcello – Spacciatore
Tassista


La scena si svolge in una stanza che è una via di mezzo tra un salotto e una camera da letto. Al centro vi è il protagonista del dramma, Maltan, uno scrittore in crisi, disteso su un divano. I quattro personaggi che gli fanno da contorno costituiscono una costellazione del suo universo privato: la sua Editor, Angela, il suo Psichiatra, il suo spacciatore, Marcello, un tassista. Dopo l’ingresso in scena si siedono ciascuno in uno dei quattro angoli della sala.

Scena Prima

Angela entra nella stanza di Maltan con un atteggiamento che rivela una grande confidenza con lo scrittore.

Angela – Ciao.

Maltan – Ehi.

Angela – Ti disturbo?

Maltan – Macché.

Angela – Mi piace il testo di “Notturno vaporoso”

Maltan – L’hai letto?

Angela – Ho appena finito. Sembri così scorbutico, ma in fondo sei un romanticone …

Maltan – Tipico degli scrittori …

Angela – Cosa?

Maltan – Essere un romanticone …

Angela – Ahah … l’unica cosa: il titolo …

Maltan– Che cos’ha che non va questo titolo?

Angela– E’ troppo ammiccante …

Maltan– Ammiccante a cosa …

Angela– A un certo tipo di racconto per giornale femminile …

Maltan– Trovi?

Angela– Un po’ sì …

Maltan– Uhm …

Angela– Guarda che il successo non lo riafferri con questi mezzi …

Maltan– E con quali allora?

Angela– Dovresti essere più te stesso … quello di una volta, che pensava alla scrittura e non alla trama …

Maltan– Sicuro che tu sei una professionista editoriale dei tempi moderni? Sembri più un’”operatrice culturale” anni Settanta …

Angela– Ma come sei cattivo …

Maltan – Dai, usciamo, voglio evadere dal mio isolamento monastico … chiudo Facebook e usciamo, Facebook mi mette di malumore …

Angela– Perché?

Maltan– Non sopporto il successo che riscuotono gli altri …. gli altri … i concorrenti …

Angela– Sicuro che sia successo, o solo apparenza?

Maltan– Andiamo?

Angela – A cena fuori?

Maltan – Perfetto!

Angela– Vedo che sei di buon umore …

Maltan si gira dall’altra parte sul divano, Angela gli rivolge le spalle.


Scena seconda

Entra Marcello, lo spacciatore, anch’egli con fare disinvolto e confidenziale.

Maltan – Hai portato la roba?

Marcello – Non pensi di stare un po’ esagerando? … ma senti, lo dico per il tuo bene, io ci guadagno …

Maltan– Ne ho bisogno, mi serve per dormire…

Marcello– Ma ne prendi in dosi da elefante, hanno l’effetto contrario …

Maltan– Me ne sono accorto …

Marcello– Vedi? … a proposito, ho venduto un po’ dei tuoi libri di cui hai deciso di disfarti …

Maltan– Ah, sì? Bene!

Marcello–  Un vecchio libraio mi ha chiesto di chi erano …

Maltan– Spero che non gliel’hai detto …

Marcello– E invece gliel’ho detto … una volta gli piacevi …

Maltan– E ora non più?

Marcello– Uhm …

Maltan– Le notti si allungano, il tempo non passa, è come restare in piedi sotto le luci al neo di una macelleria.

Marcello– Lo capisco, ma così ti uccidi.

Maltan– Potrebbe essere una soluzione.

Marcello– Senti, te ne darò fin che ne vuoi, ma stai attento ..

Maltan– Ne vale la pena?

Marcello si siede in uno dei quattro angoli della stanza, rivolgendo le spalle a Maltan.


Scena terza

Angela si gira verso Maltan

Angela – Mi chiedono con chi sono … glielo dico?

Maltan – No! 

Angela – Perché no?

Maltan – Ma chi è che te lo chiede?

Angela – Il grande capo.

Maltan – E allora diglielo … anzi, no …

Angela – Uhm

Maltan – “Uhm”, cosa?

Angela – “Uhm” e basta

Maltan – Perché noi gente di editoria dobbiamo rotolarci sempre nello stesso ambiente?

Angela – Lo stiamo facendo anche adesso.

Maltan – Eh.

Angela – Facciamo branco

Maltan – Abbiamo paura del mondo esterno, stiamo meglio fra i libri.

Angela – Tra storie dolorose, ma tutte inventate.

Maltan – Tutte le mie storie sono dolorose, non ce n’è una che non sia dolorosa.

Angela – Perciò hai paura di dormire.

Maltan– Forse.

Angela – Ma fammi capire, non ti corichi proprio?

Maltan – No, non nel letto. Riesco a fare qualche ora di sonno seduto in poltrona, con la testa diritta … ho paura di non svegliarmi la mattina dopo … o forse è un desiderio …

Angela – Desiderio?

Maltan – Forse è un desiderio inconscio.

Angela – Non sei un po’ troppo fissato con la psicoanalisi?

Maltan – Sto ore in chat a parlare col mio psichiatra, mi racconta quello che succede di giorno nel suo reparto, dice che così mi prapara a familiarizzarmi con l’ambiente in cui presto mi ospiteranno …

Angela – Non mi sembra un cosa simpatica.

Maltan – Un lacaniano.

Angela – Non cambia la prospettiva.

Maltan – Mi vuole bene, mi viene a trovare in piena notte.

Angela– Quando non riesci a dormire?

Maltan– Sì, allora.


Scena quarta

Entra lo Psichiatra

Psichiatra– Buonasera, Maltan, come andiamo oggi?

Maltan– Non peggio del solito …

Psichiatra– Ti ho portato delle nuove “caramelline”, sono appena uscite, vedrai che ti faranno bene …

Maltan– Non so cosa possa farmi bene, a questo punto …

Psichiatra– Non essere pessimista …

Maltan– Prima mi facevo almeno un paio di ore di sonno verso la mattina (Pausa) ora nemmeno più quelle …

Psichiatra– Con queste nuove “caramelline” andrà meglio … (Pausa)  ma non saranno solo medicine a farti migliorare …

Maltan– E cosa?

Psichiatra– Dovresti poterti convincere che puoi essere dimenticato …

Maltan– No, per favore, sarebbe una coltellata …

Psichiatra– L’hai avuto il tuo successo, ora i tempi sono cambiati, perfino Moravia ora non se lo ricorda più nessuno …

Maltan– Chi?

Psichiatra– Moravia …

Maltan – Ah, Moravia …

Psichiatra– Proprio lui …

Maltan– Che rovina …

Psichiatra– Rovina, cosa?

Maltan– La letteratura italiana …

Psichiatra – … ma no … qualcosa di buono c’è …

Maltan– Dici?

Psichiatra– Ti condurrò lontano da quest’inferno …

Maltan– Ma perché tutti volete condurmi da qualche altra parte?

Lo Psichiatra si siede in uno dei quattro angoli della sala.


Scena quinta

Angela torna a girarsi ferso Maltan

Angela– Hai sempre quegli affari negli orecchi! …

Maltan– Mi difendo dal mondo.

Angela– Ti fa così paura?

Maltan– No, ribrezzo, non paura.

Angela– Come sei drastico …

Maltan– … (ripete la parola scuotendo la testa) “drastico” …

Angela– Hai sempre le cuffie che ti coprono le orecchie … ti copri le orecchie per non sentire, come i bambini …

Maltan– Non ci avevo mai pensato.

Angela– … perché non vuoi sentire? …

Maltan– C’è sempre un’anima buona nella mia vita che mi viene a salvare nei momenti opportuni … che mi vuole dire delle cose, che mio vuole condurre da qualche parte …

Angela– Il tuo angelo?

Maltan– Sì. Chissà se il mio angelo riuscirà a farmi passare la paura di dormire.

Angela– Hai paura di dormire? Perciò sei sempre così stravolto.

Maltan– Clinofobia. Ora un musicista olandese ha dedicato un intero cd a questo problema, si intitola ‘Hypnophobia’.

Angela– Davvero.

Maltan inserisce il dischetto nel lettore e al clic di avvio si siede di nuovo nella posizione di prima.

Angela– Paura di dormire? Un dramma … a me piace moltissimo dormire …

Maltan– Si vede dal tuo aspetto, quieto e rilassato.

Angela– Sì, però so essere anch’io una strega.

Maltan– Non dubito.

Angela– Ma solo in casi eccezionali.

Maltan– Non vorrei trovarmi in una situazione del genere.

Angela– Non temere … in che cosa consiste questa malattia, la clinofobia? Ti sei fatto vedere da qualcuno?

Maltan– Oh, sì.

Angela– Come si presenta? Cosa dice il medico?

Maltan– Come si presenta? Con una quantità di sintomi: sensazione di soffocamento, vertigini, bocca secca, sudorazione eccessiva, nausea, tremore, aumento del battito cardiaco, incapacità di parlare o di pensare in maniera chiara, paura di morire, impazzire o di perdere il controllo, sensazione di distacco dalla realtà o forte attacco d’ansia.

Angela– E cosa dice il medico?

Maltan– Lo psichiatra a cui mi sono rivolto dice che la causa remota è un evento accaduto nel passato e che la motivazione che lo attiva è un’ossessiva paura di morire.

Angela– E’ bravo questo Psichiatra?

Maltan– Bravissimo, andavamo a scuola insieme … mi rubò la fidanzata …

Angela– Tu ti fidi?

Maltan– Mi fido …

Angela– Il sonno come una piccola morte.

Maltan– Proprio così.

Angela– Conosci quella canzone degli Einstürzende Neubauten, ‘Stella Maris’?

Maltan– Sì, stupenda, l’ascolto leggendo racconti di cronaca nera.

Angela– Ah, non avevo mai fatto questo accostamento …

Maltan– La notte è lunga.


Scena sesta

Marcello si volge verso Maltan

Marcello– Senti, Maltan …

Maltan– Cosa?

Marcello– No, niente …

Maltan– Cosa volevi dirmi?

Marcello– Sei sicuro di voler prendere questa strada?

Maltan– Sei tu che vuoi condurmici …

Marcello– … e me ne pentirò …

Maltan– Tu spacci o ti stai allenando per fare lo psicologo?

Marcello– Entrambe le cose, mi piace la psicologia …

Maltan– Dovevi studiare, allora …

Marcello– Sì, me li davi tu i soldi …

Maltan– Se me li avessi chiesto te li avrei dati …

Marcello– Come ricompensa delle marchette?

Maltan– Non essere volgare … anzi, sii volgare, così mi eccito …

Marcello– Ti basta così poco … ?

Maltan– … ora non mi basta più niente …


Scena settima

Maltan apre il tablet e si immerge nella visione del suo film preferito.

Angela– (Avvicinandosi con un bicchiere di wisky in mano) Come sei preso! Cosa stai vedendo?

Maltan “1408”, un film del 2007 diretto da Mikael Håfström con John Cusack, Samuel L. Jackson e Mary McCormack. Il film è tratto dall’omonimo breve racconto di Stephen King incluso nella raccolta “Tutto è fatidico”. “Non è che quello che vedo non sia reale, è che non è reale quanto sembra”, dice il protagonista, Mike Enslin che entra in una stanza in cui non dovrebbe entrare, in cui sul display di un apparecchio parte un conto alla rovescia di 60 minuti, che coincide con la prima di una serie di sconvolgenti allucinazioni, che aumenteranno di “potenza”, ogni minuto che passa e alla fine porteranno Mike Enslin a vivere la notte più terrificante della sua vita.

Angela– Mi spieghi cosa ci trovi in quel film?

Maltan– E’ uno strano film tratto da uno strano racconto, pieno di citazioni tratte dal mondo del noir. A un certo punto si vede la scritta ‘Psycho’, ‘Dolphin Hotel’ è stato scelto da King in riferimento al Dolphin Hotel presente in alcune opere dello scrittore giapponese Murakami Haruki (Sotto il segno della pecoraDance Dance Dance), senza contare la numerologia. Mi piace tantissimo.

Angela– Ricevuto.

Maltan– I giornali parlano di me, oggi?

Angela– Un po’ se la prendono con te, dicono che è un’opera di sciacallaggio quella che stai facendo.

Maltan– Sfruttare un episodio di cronaca nera realmente accaduto per fare clamore è un’opera di sciacallaggio?

Angela– Senza rispetto per le vittime.

Maltan– Rispetto! Che cos’è il rispetto?

Angela– Una cosa seria.

Maltan– Bisogna pur prendere le idee da qualche parte.

Angela– Fino alla perversione?

Maltan– Ma perché ce l’hanno tanto con me?

Angela– Storia vecchia.

Maltan– In che senso?

Angela– Non approvano il tuo desiderio, il tuo tentativo di rimetterti in carreggiata seguendo le mode del momento, come una vecchia puttana con la minigonna …

Maltan– Ma io non sono finito?

Angela– Per loro, sì …


Scena ottava

Psichiatra– Hanno fatto effetto le mie “caramelline”?

Maltan– No …

Psichiatra– Qui dobbiamo prendere una decisione seria …

Maltan– Te lo scordi, non mi muovo da qui …

Psichiatra– Ma così rischi di diventare pazzo o di morire …

Maltan– Sono già morto …

Psichiatra– Perché la critica ti snobba? Ma chi pensi di essere, Dio?

Maltan– Lo ero … un tempo …

Pischiatra – (Abbassando la voce) C’è una sola soluzione, Maltan …

Maltan– Non la voglio sentire

Psichiatra– … una sola soluzione …

Maltan– Pensavo che fossi un amico …

Psichiatra– … una soluzione molto semplice …

Maltan– Ma mi sei stato mai veramente amico, tu?

Psichiatra– … molto semplice …

Maltan– non mi farò condurre da nussuna parte da voi …

Psichiatra– Dovrai farlo, Maltan …

Maltan– Ma te la sei scopata quella mia fidanzata che mi rubasti … tanto tempo fa …

Psichiatra– Quale fidanzata? Di che parli?


Scena nona

Angelo gli rivolge la parola

Angela– Ti vedo più giù del solito, Maltan …

Maltan– Lo Psichiatra …

Angela– Lo Psichiatra, cosa?

Maltan– Mi ha fatto arrabbiare …

Angela– Allora, me la racconti questa storia la cui anticipazione sta facendo parlare tutti i giornali?

Maltan– (Si rianima) Ecco la scena. Sono da poco passate le 14.40 in una città del nord. Qualcuno chiama il 118: ‘Venite, ho fatto una follia’. Chi parla è un uomo di 59 anni, impiegato nella segreteria di un istituto scolastico della città. Subito dopo scende nel portone del palazzo per aspettare i carabinieri. Quando i militari giungono sul posto, guidati da un capitano dell’arma, lo trovano così, stordito e confuso nell’androne del palazzo. L’uomo indica con una mano l’appartamento e se ne rimane in disparte. Nell’appartamento si è da poco consumata un’allucinante tragedia. La porta è aperta. Un ragazzo di 21 anni regge la mano di una ragazza riversa in una pozza di sangue. E’ l’ultimo, disperato, contatto del ragazzo con la sorella, di 26 anni. Anche il ragazzo è ferito, ma solo di striscio a un braccio. La donna è morta, in seguito a tre fendenti al petto e otto sul braccio sinistro procurati con un coltello da cucina con una lama di 30 centimetri.

Angela– (Dubbiosa)  Pesante, come situazione … tutto questo sangue …

Maltan– (Enfatico, teatrale) I carabinieri fanno subito allontanare il ragazzo, accompagnandolo prima all’ospedale per medicare le ferite, poi per sottoporlo all’intervento di un psicologo. Il ragazzo è traumatizzato, ha visto morire la sorella, tenendole la mano fino all’ultimo respiro. Inoltre debbono avvertire la moglie dell’omicida e madre dei due ragazzi, lavora per un’impresa di pulizie e rincasa tardi.

Angela– Ma dove le leggi queste cose?

Maltan– La pattuglia rimasta nell’appartamento comincia la ricognizione del caso, i cui tasselli si rimettono a posto uno dopo l’altro. Sono appunto passate da poco le 14.40. Padre, figlia e figlio sono ancora in cucina dopo il pranzo. A un certo punto nasce una lite tra l’uomo e la donna. Non è una cosa tanto normale, visto che l’uomo è descritto dai vicini come un uomo tranquillo e gentile. Ma la lite è scoppiata e presto degenera in un violento alterco, tanto violento che l’uomo estrae con violenza un cassetto della credenza con le posate facendolo cadere per terra. Tra le posate c’è un grande coltello da cucina.

Angela– Un coltello da cucina …

Maltan– L’uomo l’afferra e comincia a infierire sulla figlia, che, in un disperato tentativo di salvarsi, tenta la fuga in un’altra stanza. Il figlio tenta di opporsi, ma nella colluttazione resta anche lui ferito. Ci sono schizzi di sangue ovunque. La ragazza non regge all’ultimo assalto e cade a terra. L’uomo lascia cadere il coltello dalle mani. A quel punto forse si rende conto di quello che ha fatto. Guarda il figlio, anche il figlio lo guarda: “chiama il 118, dice”. E l’uomo, docile, avverte il 118. E’ tutto finito ormai. Resta il mormorio attonito dei vicini, che descrivono l’uomo come gentile ma taciturno e introverso, mentre la figlia è descritta come depressa e affetta da gravi problemi dovuti all’uso della droga.

Angela– Tremendo!

Maltan– L’uomo viene portato via dai carabinieri: ‘Non mi lasciava parlare, farfuglia, non mi lasciava parlare’. E’ tutto finito , ora, come quella famiglia.

Angela– E’ una trama molto “splatter”, ma mi piace … perlomeno ci farà vendere … con la crisi che c’è oggi, devi solo parlare di sangue per vendere …

Maltan– “Splatter” è roba anni Ottanta … questa è la realtà … devi mettere in scena la realtà …

Angela– La realtà è lì fuori, basta cercarla …


Scena decima

Entra un tassista, con un volante in mano

Maltan– Ma cosa fa, è impazzito?

Tassista– Dotto’, tocca darsi da fare …

Maltan– In che senso?

Tassista– Lei ce l’ha una famiglia?

Maltan– No.

Tassista– Ecco, vede, non può capire …

Maltan– Ma si fermi! Sta forse tentando di sequestrarmi?

Tassista– Così quelli mi fanno la multa … no, li dobbiamo seminare …

Maltan– Seminare? Ma dove pensa di essere, in un film americano?

Tassista– Mi chiamo Giovanni, piacere!

Maltan– Maltan, piacere!

Tassista– Bel nome.

Maltan– Le piace il mio nome? Allora si fermi …

Tassista– No, guardi, non si può.

Maltan– Ma dove mi sta portando?

Tassista– Fin dove non vedo più i vigili …

Maltan– Potremmo arrivare fino a in cima al mondo, in questo modo.

Tassista– Non si preoccupi, la riporterò indietro.

Maltan– Se non ci arrestano.

Tassista– Ma dico, lei mi ha guardato bene?

Maltan– Perché?

Tassista– C’ho la faccia di uno che si fa arrestare?

Maltan– Quanti figli ha?

Tassista– Tre.

Maltan– Grandi?

Tassista– Si, sulla trentina.

Maltan– Lavorano?

Tassista– No. Lavoro solo io in famiglia.

Maltan– Sono sposati?

Tassista– Due. Il terzo no, è appena uscito da galera.


Scena undicesima

Angela torna a rivolgersi a Maltan.

Angela– Maltan, cosa ti succede? Sembri allegro …

Maltan– Ehi, ho in mano una storia sensazionale …

Angela– In che senso?

Maltan– Ho appena subito un tentativo di sequestro di persona …

Angela– Ma dai …

Maltan– Davvero. E la vittima sono io.

Angela– Racconta …

Maltan– Un tassista ha tentato di rapirmi …

Angela– Un tassista?

Maltan– Mi ha portato in giro per la città, voleva sequestrarmi …

Angela– Maltan …

Maltan– Sì, cosa c’è?

Angela– Ma se non ti sei mosso dalla tua camera! Non ti muovi da qui da mesi … di che tassista stai parlando …

Maltan– Ma allora ho dormito? Non riesco più a distinguere la realtà dal sogno?


Scena dodicesima

Angela– Dai, calmati ora …

Maltan– Lì per lì sembrava una storia eccezionale, ora un po’ meno…

Angela– Aveva un’apparenza di realtà!

Maltan– Appunto! Anche il tassista mi voleva condurre da qualche parte … tu, da che parte vuoi condurmi?

Maltan sbadiglia

Angela– Cos’è, ti sta venendo sonno?

Maltan– Può darsi, oggi ho avuto una giornata faticosa …

Angela– Sai che stavo pensando?

Maltan– No, cosa?

Angela– E’ riuscito poi ad uscire dalla stanza 1408 il protagonista del film?

Maltan– credeva di averlo fatto …

Angela– Allora ti lascio dormire …

Maltan– Ok.

Angela lascia la stanza mentre Maltan chiude gli occhi, ma appena Angela è uscita li riapre e prende un bicchiere d’acqua che è sul tavolino.

SIPARIO


SINOSSI

La videnda riguarda uno scrittore, Maltan, che un tempo ha avuto un ampio successo di pubblico ma che attualmente è in stasi di vendite e a corto di notorietà. Questo stato di cose lo conduce allinsonnia, o meglio: a una vera e propria paura di dormire. Lo psichiatra con cui si consulta parla di “paura di morire”, che può essere interpretata come la paura di uscire di scena, dalla scena letteraria, di essere dimenticato.

La sua editor, Angela, cerca di scuoterlo e di rimotivarlo andanado spesso a trovarlo per condividere con lui ansie e preoccupazioni.

Per poter tornare al successo, Maltan si impadronisce di episodi truculenti di cronaca nera. Col ricorso al genere del giallo pensa di reinserirsi nel mainstream letterario.

Una delle rare volte che esce per andare a un incontro dove si sarebbe parlato di lui incappa in una storia movimentata per colpa di un tassista.

Angela lo spinge a descrivere quella scena, che rappresenta la vera realtà, ma Maltan resta affezzionato alla storia criminale letta su un giornale.

Nell’ultima scena Angela si accorge che Maltan si sta finalmente addormentando, ma in realtà quando lei chiude la porta, lui apre gli occhi e prende un bicchiere d’acqua sul tavolinetto del soggiorno. Non dormirà neanche questa volta.



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