La Commedia dell’arte non è solo un genere teatrale ma rappresenta l’inizio del teatro moderno, tutti i grandi insegnanti del ‘900 ne hanno esaltato le potenzialità e le sue tecniche permettono all’attore di autodirigersi nella costruzione del personaggio, in sintonia con un lavoro che va da Decroux, attraverso Copeau, Jouvet e Stanislawski fino a Barba e Grotowski, e che rappresenta a nostro parere l’essenza dell’attore drammatico del ‘900.
Primo Novecento
Jacques Copeau
Jacques Copeau (1879 – 1949) è stato un regista e autore drammatico francese. Nel Théâtre du Vieux-Colombier, che fu da lui fondato a Parigi nel 1913, si propose di attuare le sue idee sul rinnovamento del teatro (fondate su un ritorno alle origini della rappresentazione in Occidente), mettendo in scena drammi sacri, commedie dell’arte, farse molieriane, drammi moderni, ecc. con procedimenti di austera semplificazione ed essenzialità, mirando sempre a raggiungere una comunione spirituale tra interpreti e pubblico.
Con A. Gide e P. Claudel fondò la Nouvelle revue française (1909).
Scrisse: Les frères Karamazov (1911, riduz. del romanzo di Dostoevskij, con J. Croué), La Maison natale (1923, dramma), Le miracle du pain doré (1943), Le petit pauvre (1946). Notevoli i suoi libri: Études d’art dramatique (1924), Souvenirs du Vieux-Colombier (1931), Le théâtre populaire (1941).
Bibliografia essenziale
Opere di Jacques Copeau in italiano
Jacques Copeau, Souvenirs du Vieux Colombier, Les Nouvelles Editions Latines, Paris, 1931 [trad. it. Ricordi del Vieux Colombier, a cura di A. Nacci, Il Saggiatore, Milano, 1962].
Jacques Copeau, Le Theatre Populaire, Presses Universitaires de France, Paris, 1941 [trad. it. Il teatro popolare, a cura di G. Gozzi, in Eroi e Massa , Patron, Bologna, 1979, pp. 107-46].
Il luogo del teatro. Antologia degli scritti, a cura di Maria Ines Aliverti, La casa Usher, Firenze 1988.
Bibliografia critica su Jacques Copeau in italiano
Maria Ines Aliverti, Jacques Copeau, Edizioni Laterza, Roma-Bari, 1997.
Fabrizio Cruciani, Jacques Copeau o le aporie del teatro moderno, Bulzoni, Roma, 1971.
Franco Cologni, Jacques Copeau. Il Vieux Colombier. I Copiaus, Capelli, Bologna, 1962.
Étienne Decroux
Étienne Decroux (1898 – 1991) è il fondatore della più importante scuola di mimo del mondo occidentale, è considerato il padre del mimo moderno.
Nato a Parigi nel 1898, la sua formazione teatrale ebbe inizio presso l’école du Vieux-Colombiera Parigi, sotto la direzione di Jacques Copeau. Orientato politicamente, iniziò l’attività teatrale con un gruppo dell’estrema sinistra anarchica. Divenne poi allievo di Charles Dullin. Lavorò in teatro sotto la direzione di Antonin Artaud e Louis Jouvet, nel cinema recitò in alcuni film diretti da Marcel Carné e Jacques Prévert.
Furono allievi di Decroux tutti i più famosi attori della scuola di mimo francese: Jacques Lecoq, Jean-Louis Barrault e Marcel Marceau.
Il mimo corporale drammatico
L’importanza di Étienne Decroux nella storia del teatro, oltre alla sua attività di insegnante e fondatore di una scuola, è legata al fatto di avere elaborato una grammatica corporale dell’attore, trascritta nel trattato Il mimo corporale drammatico. È un imponente edificio teorico che codifica un meccanismo e un sistema di movimenti, sequenze e metodi di apprendimento, una sorta di “alfabeto” con cui qualsiasi movimento espressivo può essere scomposto, descritto ordinatamente e riprodotto sulla scena.
Fu docente presso il Piccolo Teatro di Milano, chiamato dal regista teatrale Giorgio Strehler, e all’Actor’s Studio di New York.
Louis Jouvet
Louis Jouvet (1887-1951) è tra le figure più alte del teatro del Novecento. Abbandonati gli studi di medicina per il teatro, entrò nel 1913 al Vieux-Colombier di J. Copeau come direttore di scena e caratterista (sir Andrew in La dodicesima notte, Geronte in Le furberie di Scapino), staccandosene nel 1922 per assumere la direzione della Comédie des Champs-Elysées e iniziarvi, specie dopo l’esito trionfale di Knock (1923, che dieci anni dopo ottenne lo stesso successo nel cinema), di J. Romains, un’eccezionale carriera di attore, capocomico e regista rigoroso nella scelta del repertorio e negli allestimenti ed eminentemente rappresentativo di una cultura tentata dal brivido dell’irrazionale ma saldamente ancorata alla tradizione cartesiana. Relativamente pochi i suoi autori: Romains, il giovane Achard (Jean de la Lune, 1929), il Cocteau di La machine infernale(1934) e soprattutto Giraudou, di cui inscenò e interpretò quasi tutte le opere teatrali (da Siegfried, 1928, a La folle de Chaillot, 1945), e Molière, di cui diede tre interpretazioni rimaste famose: L’école des femmes (1936), Don Juan ou le festin de pierre (1947) e L’imposteur ou le Tartuffe (1950). Dal 1934 alla morte diresse, con la sola interruzione degli anni di guerra trascorsi in viaggi avventurosi nelle Americhe, con la sua compagnia, il Théâtre de l’Athénée. Curò anche regie alla Comédie-Française e altrove e nel 1947 allestì la prima opera teatrale di Genet, Le serve; inoltre, si interessò dei problemi scenotecnici introducendo innovazioni come i riflettori mobili chiamati “les Jouvet” e fornendo egli stesso vari progetti. Fu poi, in molti volumi, studioso attento della propria arte (Réflexions du comédien, 1939; Témoignage sur le théâtre, 1951). Intensa e rilevante fu la parallela carriera di attore cinematografico, che comprende film come: La kermesse eroica (1935), Verso la vita (1936), Carnet di ballo (1937), Drôle de drame (1937), Albergo Nord (1938), Prigionieri del sogno (1939), Legittima difesa (1947) e Un marito per mia madre (1950).
Bibliografia
B. Liebowitz Knapp, Louis Jouvet, Man of Theatre, New York, 1957.
J. V. Regardier, Louis Jouvet: l’homme et le comédien, Parigi, 1981.
Secondo Novecento
La fortuna della commedia dell’arte riprende nell’ambito delle avanguardie teatrali del Novecento come mito di riferimento di una “Età dell’Oro” dell’attore.
A partire dai registi russi Mejerhold e Vachtangov passando attraverso il francese Jacques Copeau e l’austriaco Max Reinhardt si arriva alla grande intuizione di Giorgio Strehler che nel 1947 ne fece una bandiera della rinascita della cultura italiana dopo la guerra con il celebre allestimento di Arlecchino Servitore di due Padroni che ha visto nel tempo protagonisti del ruolo di Arlecchino Marcello Moretti, Ferruccio Soleri (oggi affiancato dall’allievo Enrico Bonavera).
Il lavoro di Giorgio Strehler ha trovato spunto dalle ricerche di Ludovico Zorzi e Gianfranco De Bosio al CUT di Padova, a cui si erano affiancati l’Arte plastica di Amleto Sartori per lo studio, la ricerca e la creazione di maschere originali, e Jacques Lecoq, mimo e pedagogo a cui si deve lo studio posturale, cinesico e gestuale dei vari caratteri. Amleto Sartori e il figlio Donato, – creatori delle maschere del ‘Servitore di due Padroni’ – hanno dato vita ad uno straordinario Centro Maschere e Strutture Gestuali, ad Abano Terme (PD); punto di riferimento e scuola per tutti coloro che si interessano e si avvicinano all’ Arte della Maschera.
Altro grande riscopritore della commedia dell’arte fu Giovanni Poli, regista fondatore della compagnia e scuola di teatro a l’Avogaria di Venezia, recuperò e riscrisse partiture teatrali del Cinquecento, mettendo in scena tra i tanti spettacoli, soprattutto la celebre “Commedia degli Zanni” rappresentata poi in tutto il mondo dalla stessa compagnia e per la quale Poli ottenne il prestigioso Premio per la migliore regia al Festival del Thèatre des Nations a Parigi nel 1960.
Negli anni sessanta Dario Fo, grazie al sodalizio con Franca Rame, figlia di una famiglia di commedianti itineranti che possedevano ancora vecchi canovacci, ebbe la fortuna di poter studiare tali documenti, di verificare la loro efficienza e di adattarli alle nuove esigenze, creando una serie di commedie e di monologhi tra cui Mistero buffo.
Negli anni ottanta, a seguito del grande successo della reinvenzione del carnevale di Venezia da parte di Maurizio Scaparro, la commedia dell’arte italiana ritrovò successo in tutto il mondo con la Famiglia Carrara e il Tag di Venezia diretto da Carlo Boso. Grazie alla parallela attività di formatore, diverse compagnie di commedia dell’arte si formano in base agli insegnamenti di Carlo Boso. Tra queste vale la pena ricordare, in Italia, l’Associazione Luoghi dell’Arte di Roma, le compagnie Teatroimmagine e Pantakin da Venezia, il TeatroVivo di Cotignola e il Carro dei Comici di Pesaro.
Negli anni novanta Claudia Contin Arlecchino e il regista Ferruccio Merisi danno vita a Pordenone ad una nuova scuola di Commedia dell’Arte. La loro ricostruzione del linguaggio fisico e vocale dei personaggi in maschera e la messa a punto delle tecniche di improvvisazione e composizione scenica hanno forti connotazioni iconografiche e importanti connessioni con i grandi teatri formalizzati del mondo.
Claudia Contin Arlecchino
Conosciuta e amata in tutto il mondo come Arlecchino, è di fatto la prima donna ad interpretare con continuità sin dal 1987 il ruolo maschile di una delle Maschere più famose ed amate della Commedia dell’Arte italiana.
Dopo aver frequentato a Bologna la Scuola di Alessandra Galante Garrone e a Venezia il Seminario del Teatro a l’Avogaria, con Ferruccio Merisi ha fondato a Pordenone nel 1990 la Scuola Sperimentale dell’Attore, cui dà un contributo fondamentale come direttore dei programmi didattici. Ha ricevuto il Premio “Adelaide Ristori 2005”, come “Miglior Attrice Contemporanea”. Oltre che in spettacoli con le Maschere della Commedia dell’Arte, Claudia Contin Arlecchino si impegna infatti moltissimo anche nella drammaturgia contemporanea.
È autrice di testi teatrali e di saggi teorici, tradotti in quattro lingue. Insieme a Ferruccio Merisi ha costruito una propensione alla didattica, alla codificazione e alla trasmissibilità delle competenze, che la rende un “Maestro” molto seguito e amato. A fianco e a supporto dell’arte dell’attore, Claudia Contin Arlecchino coltiva l’arte figurativa, come pittore, grafico-performer e scenografo. Diplomata all’Istituto d’Arte di Udine, laureata in Architettura a Venezia, Claudia Contin Arlecchino espone dal 1974. Un’attività figurativa che ha fortemente influenzato e guidato tutto il suo percorso di ridisegno del comportamento dell’attore sulla scena. In questo campo il suo esperimento più importante è il linguaggio gestuale ricavato dalla pittura di Egon Schiele, che l’ha portata ad incontrare numerose collaborazioni in campo anche musicale, figurativo ed intellettuale. Per la Scuola Sperimentale dell’Attore dirige dal 1994 anche il Progetto Sciamano, dedicato al Teatro delle Differenze e al Teatro Sociale.
Scrittrice, collaboratrice e interprete di un gran numero di spettacoli della sua compagnia che hanno girato il mondo, di lei rimangono sempre in repertorio i suoi inossidabili a-solo, alcuni da oltre vent’anni.
Michele Monetta
Regista, attore e insegnante di mimo corporeo tecnica Decroux, maschera e Commedia dell’Arte, specializzato in pedagogia teatrale. E’ stato Allievo del M° Etienne Decroux.
Docente di maschera e mimo corporeo e membro del Consiglio Accademico dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico Roma. Insegna recitazione e Commedia dell’Arte all’École-Atelier Rudra del coreografo Maurice Béjart in Svizzera.
Docente di educazione al movimento drammatico alla Scuola di Teatro del Teatro Nazionale di Napoli.
Gli studi artistici-figurativi e poi di architettura all’Università di Napoli Federico II gli creano un interesse particolare per la scenografia e lo studio del corpo e del movimento nello spazio. Dopo i primi studi di dizione, clown e pantomima a Roma al MimoTeatroMovimento, si trasferisce a Parigi e per circa tre anni studia mime corporel con il M° Etienne Decroux.
Contemporaneamente si perfeziona all’École de Mime Corporel Dramatique de Paris con i maestri Steve Wasson e Corinne Soum. Negli stessi anni frequenta l’École Nationale du Cirque Fratellini per la danza, l’equilibrismo e il clown.
Dal 1976 ad oggi è stato regista, attore, mimo e coreografo in produzioni teatrali di testi di Goldoni, Gozzi, Piron, Beckett, Rodari, Lorca, Rilke, Petrolini, Compagnone, Artaud, Scabia, Majakovskij, e in Opere Musicali di Stravinskij, Rossini, Offenbach, Mozart, Cimarosa, Paisiello, Jommelli, Donizetti, Pergolesi, Monteverdi, Lucchetti, Banchieri.
Si è specializzato negli anni ’90 a Parigi con Monika Pagneux in pedagogia teatrale.
Ha lavorato con i registi: Vera Bertinetti, Giacomo Battiato, Giancarlo Cobelli, Mico Galdieri, Ruggero Cappuccio, Ugo Gregoretti, Peter Clough, Ken Rea, Dino Partesano, Constantin Costa-Gavras, Mariano Rigillo, Lorenzo Salveti e con i musicisti Salvatore Accardo, Riccardo Muti, Roberto De Simone.
Ha collaborato come regista con la Sezione didattica del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Ha lavorato come curatore dei movimenti scenici, mimo e regista per Il Teatro di San Carlo di Napoli, Teatro alla Scala di Milano, Teatro Comunale di Bologna, Teatro Lirico Vittorio Emanuele di Messina, Rossini Opera Festival di Pesaro, Teatro Lirico Sociale di Rovigo, Teatro Francesco Stabile di Potenza, Teatro Lirico dell’Aquila di Fermo e per il Teatro Yusupov di San Pietroburgo, Festival dei due Mondi di Spoleto.
Dal 1991 collabora con il prof. Marco De Marinis e con il DAMS di Bologna per seminari, laboratori, videoforum e convegni. Ha condotto laboratori di mimo corporeo alla sessione del Teatro Eurasiano diretta da Eugenio Barba.
Ha coperto il ruolo di regista, attore e insegnante in Italia, Francia, Svizzera, Ungheria, Polonia, Russia, Grecia, Spagna, Lituania, Olanda, Belgio, Indonesia e Malesia.
Nel 1999 è co-fondatore e co-direttore dell’ICRA Project Centro Internazionale di Ricerca sull’Attore.
Ferruccio Merisi
Dopo essere stato allievo di Sisto Dalla Palma presso l’Università Cattolica di Milano ed aver frequentato come allievo regista la Civica Scuola d’Arte Drammatica del Piccolo Teatro di Milano diretta da Giorgio Strehler, ha effettuato una importante specializzazione in Danimarca presso l’Odin Teatret di Eugenio Barba.
Successivamente é stato tra i fondatori del Teatro Di Ventura, gruppo storico milanese della ricerca teatrale italiana degli anni ’70, con mansioni di drammaturgo, regista e pedagogo.
È stato direttore organizzativo del Festival Internazionale di Santarcangelo di Romagna dal 1980 al 1982 e successivamente, per due anni, anche direttore artistico. Presso la stessa città ha inventato e diretto dal 1980 al 1985 l’Istituto di Cultura Teatrale.
Si è poi trasferito a Venezia, dal 1985 al 1989, come insegnante stabile, settore linguagi contemporanei, del Seminario del Teatro a l’Avogaria e contemporaneamente ha diretto i progetti speciali del circuito regionale teatrale Arteven, con all’attivo, in quest’ultima mansione, 15 rassegne, 10 convegni di studio e più di 50 laboratori, nelle città di Rovigo, Padova, Este, Monselice, Castelfranco, Belluno, Montebelluna e Venezia.
Nel 1985 ha fondato a Pordenone la compagnia Attori & Cantori, poi Compagnia Hellequin; nel 1990, sempre a Pordenone, con l’attrice e ricercatrice Claudia Contin Arlecchino, ha infine dato vita alla “sua” Scuola Sperimentale dell’Attore.
Ha diretto e/o scritto, dal 1976 ad oggi, oltre cento spettacoli, specializzandosi, anche a partire da testi classici, nella drammaturgia “popolare di ricerca”, con molta passione sia per il teatro della parola sia per quello del corpo, spesso tendendo ad unire i due aspetti con risultati inediti. A questa prospettiva vanno ascritte le sperimentazioni nel campo della Commedia dell’Arte, costruite in stretta collaborazione con Claudia Contin Arlecchino.
Francesco Facciolli
Nel 2005 cura la regia di “Pulcinella” di Manlio Santanelli, da un soggetto di Roberto Rossellini. Lo spettacolo ha un successo immediato portando Il Teatro dei Picari nei maggiori festival nazionali e internazionali e partecipando anche a stagioni di prosa professionistiche.Lo spettacolo viene selezionato per rappresentare l’Ita lia al Festival Internazionale di Teatro Amatoriale di Girona (Spagna) anno 2008 e al Festival Mondiale del Teatro di Montecarlo (2009). Inoltre nel 2010 partecipa ad una rassegna internazionale di teatro a St. Avertin, Tours, in Francia.
Nel Febbraio del 2008 l’Associazione Venti Picari presenta Il Diavolo con le zinne di Dario Fo, per la regia di Francesco Facciolli, e lo spettacolo viene selezionato per partecipare ai Festival di Pesaro, Gorizia e Vicenza, oltre che a numerosi altri a carattere regionale e nazionale.
Nel 2010 debutta Picasso ha dormito qui di Robin Hawdon per la regia di Andrea Pensini.Nel febbraio del 2011 il Teatro dei Picari aderisce alla giornata mondiale della Commedia dell’Arte organizzando MASKA KARMA, Festival nazionale sulla maschera con il patrocinio del Comuna di Mac erata e dell’Università degli studi di Macerata.
Il 2011 vede anche il debutto di ben quattro spettacoli: Una piccola favola gattesca adattamento e regia di Riccardo Nocelli, Serata Benni di Stefano Benni regia di Maurizio Vallesi, Lazzi di Commedia dell’Arte adattamento e regia di Leonardo Gasparri e Del Don Giovanni testo e regia di Francesco Facciolli.

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