Gli scultori di maschere in legno per il carnevale di Schignano (Como)

Le maschere indossate durante il carnevale di Schignano sono opera di scultori locali. Caratterizzano le due principali categorie di personaggi del rituale carnevalesco, i belli e i brutti. 
Sono incavate, in modo da coprire completamente il volto; la bocca è più o meno aperta ed è visibile parte della dentatura; le narici sono perforate. All’altezza degli zigomi sono presenti due fori per la sospensione. Le dimensioni variano all’incirca dai 35 ai 20 cm. La dimensione della maschera dipende non solo al volto del committente, ma anche dal tipo di soggetto scolpito. 
Alcune presentano nella parte interna un marchio di proprietà e/o il nome dello scultore. Le maschere dei belli ritraggono il volto di un personaggio maschile dai tratti marcati, ma non caricaturali. Il viso è segnato da rughe e l’espressione è piuttosto severa. 
Le differenze stilistiche dipendono dalla sensibilità dello scultore, ma non variano nelle caratteristiche generali legate al personaggio carnevalesco. Le maschere dei brutti presentano elementi stilistici completamenti diversi. È evidente la caricatura nei tratti: nasi storti o deformi, bocche contorte, lingue sporgenti. 
Si utilizza legno di noce, tecnicamente adatto per la sua durezza. Il colore del legno di noce e la presenza di nodi, che talvolta ispirano l’artista nel definire un particolare segno scultoreo, permettono di realizzare maschere finite con una semplice lucidatura, come si faceva tradizionalmente. Non mancano tuttavia maschere dipinte: dalle gradazioni degli ocra al nero, al bruno scuro, al verde e anche al grigio scuro. 
Una volta raggiunta la stagionatura si sgrossa il primo blocco di legno in misura grezza. Una volta sbozzato, sul blocco di legno viene disegnato a matita il disegno, il tirée, della maschera. Si comincia poi la prima fase della lavorazione, con martello e scalpello piatto di circa 3,5 cm di taglio. 
Il blocco è tenuto su un ceppo o viene fissato a una struttura in legno, che permette all’artista di rimanere in piedi a lavorare la maschera. Uno scalpello da taglio più stretto, di circa 2 cm, viene utilizzato quando la maschera è già definita nella forma. 
Per i dettagli del volto, si parte in genere dal naso: questo permette di avere i punti di riferimento nella larghezza e nella lunghezza del volto. Da qui si definiscono i dettagli degli occhi, delle ciglia, si intagliano le labbra, si tracciano le rughe del volto. 
Si utilizzano attrezzi a lama curva e attrezzi normalmente utilizzati nella lavorazione del legno, scalpelli sempre più piccoli rifiniscono l’intaglio più grezzo. Nelle ultime fasi di lavorazione, è necessario controllare lo spessore della maschera, per evitare che la parete si perfori. 
Una volta definiti anche gli ultimi tratti, si praticano i fori per la sospensione, poi la maschera viene lisciata con la carta vetrata e infine si passa alla lucidatura.

LEARNING AND TRANSMISSION

Molti scultori sono autodidatti, o hanno imparto l’arte della realizzazione delle maschere dai vecchi scultori locali.

COMMUNITY

Ancora pienamente conservata e vitale è la funzione delle maschere lignee nel rituale carnevalesco. Le maschere vengono indossate da tutti i personaggi del carnevale, che tradizionalmente le richiedono agli scultori locali. Le maschere sono gelosamente conservate dalle famiglie del paese, che le conservano per la loro realtà funzionale nell’insieme del travestimento e del rituale carnevalesco.

Fonte: http://database.itc.cnr.it/intangible/search/show_ich_detail.php?db_name=intangible_search&idk=ICH-AGOCH-0000000015&lingua=inglese

Video



Categorie:D08- Laboratorio della Maschera

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